Truckmandi, una startup nata in India per il collegamento di diversi fornitori di servizi di logistica, dopo un roseo avvio ha dovuto cedere il passo e iniziare a valutare i problemi del suo piano di sviluppo.
Il 2016 si è rivelato per molte startup in Italia un anno incredibile, dove una crescita costante ha portato un numero maggiore di clienti e di entrate. Tutto questo, purtroppo non è accaduto in tutte le parti del mondo. In particolare in India, come in buona parte dell’Asia, il 2016 è stato un anno molto deludente e che ha segnato la chiusura di molte nuove attività imprenditoriali.
La nascita di un ecosistema di startup che offrono lo stesso servizio nel settore dei trasporti su strada, ha portato Truckmandi a confrontarsi con una serie di importanti problemi legati alla scalabilità del proprio business. In pochi anni, da leader incontrastati del proprio settore Truckmandi ha visto arrivare una serie di agguerite startup (TheKarrier, Trucksumo, Loadkhoj, Zaicus and Sastabhada), che si prefiggevano il compito di ridurre le spese per il trasporto su strada e di riuscire a coordinare tutti i mezzi presenti in India che offrivano quel servizio.
“Uno dei problemi principali che ha rallentato la nostra crescita, è sicuramente dipeso dalla presenza di una serie di competitor e dalla impossibilità di gestire al meglio la divisione dei guadagni con i nostri partener.” Le parole di Ankit Singh, ex-founder di Truckmandi purtroppo sono decisamente impietose, vista anche la chiusura della sua startup nel giugno 2016. Infatti, il servizio di collegamento tra fornitori di servizi logistici purtroppo ha dovuto chiudere i battenti dopo un inizio anno più che roseo.
Dal momento che queste start-up cercano di capitalizzare l’elemento di domanda presente per il settore del trasporto su strada, il tempo di risposta diventa un fattore cruciale. I servizi di logistica intra-città, che compongono la maggior parte dei servizi usufruiti dai clienti di Truckmandi, sicuramente non vengono visti di buon occhio con un costante ritardo sul tempo di consegna prefissato. Inoltre, la mancanza di attrezzature performanti come le gru a ponte per il sollevamento industriale, hanno reso complicato il carico e lo scarico degli automezzi.
Fin dall’arrivo di Uber nel mercato indiano, si è notato un incredibile interesse in questa forma di business, anche da applicare in settori più di nicchia. Il problema principale, in una nazione dove lo sviluppo tecnologico purtroppo deve scontarsi con una realtà ancora legata a ferree tradizioni, è che non tutti gli abitanti dell’India sono pronti ad utilizzare questa tecnologia per la vita di tutti i giorni.
Ankit Singh, ex-founder di Truckmandi ha concluso la sua intervista con queste parole: “Un certo numero di startup non è riuscita ad avere una visione completa del settore logistico indiano. Solo l’aggiunta di un collegamento tecnologico tra domanda e offerta non è in grado di risolvere il problema della viabilità e alla mancanza di personale specializzato”.
Giovanni Avanzetti
Editor della sezione startupNotizie e curiosità sul mondo delle startup e sulle nuove tecnologie che possono andare a cambiare la vita di tutti i giorni. Ogni giorno navigo i siti più influenti per trovare notizie interessanti da inserire su 7thfloor.it. La mia passione per il cinema, è seconda solo a quella dedicata alle startup